La distanza di sicurezza: la tua prima arma di difesa

Un concetto fondamentale che ti deve entrare in testa e proprio stampigliarsi nel tuo cervello come se fosse stato fatto a fuoco è il concetto di distanza di sicurezza.

La distanza di sicurezza è un punto chiave per la tua protezione.

È un tema di cui senti parlare spesso, ma secondo me viene trattato in modo poco chiaro e troppo veloce. Per questo ho deciso di fermarmi e spiegartelo come si deve in questo video.

Vediamo insieme cosa vuol dire davvero “distanza di sicurezza” quando sei per strada. Capiamo perché è così importante e cosa puoi fare per mantenerla.

Quanto deve essere la distanza di sicurezza

Come possiamo misurare la distanza di sicurezza? Le opinioni sono tante: qualcuno dice un metro, altri la lunghezza di un braccio, altri ancora due o tre metri.

Voglio darti un’idea chiara e pratica. Ti dico subito che la lunghezza di un braccio è troppo poco! È troppo vicino perché a questa distanza lui può toccare me e io posso toccare lui. Quando una persona arriva alla distanza di un braccio, è già entrato nella nostra zona vitale. E a noi questa cosa non piace.

Quanto deve essere la distanza di sicurezza

Devi sapere che un’aggressione in strada avviene sempre a corta distanza. Un aggressore farà di tutto per avvicinarsi a te, usando tecniche di distrazione e dialogo. Le aggressioni partono da qui, da molto vicino, non da lontano come negli sport da combattimento.

L’aggressore cerca di arrivare vicino perché da qui può:

  • Colpirti con pugni, gomiti, ginocchia o testa
  • Tirare fuori un’arma e minacciarti

È facile nascondere un’arma. Mentre ti parla, può poi puntartela contro. Le armi da strada vere non sono solo coltelli o pistole, ma possono essere lamette, ami, cappelli con lamette nascoste, siringhe e cose simili.

È quindi vitale evitare che un possibile aggressore si avvicini troppo. Potrebbe essere pericoloso e potrebbe essere troppo tardi per reagire.

La nostra distanza di sicurezza in soldoni è due volte la lunghezza del nostro abbraccio perché da qui lui non può toccare me e io non posso toccare lui e in questo caso possiamo lavorare di prevenzione.

Questa è la distanza giusta: due volte la lunghezza del tuo abbraccio. A questa distanza, nessuno può toccare l’altro, e hai tempo e spazio per prevenire un’aggressione.

L’importanza della prevenzione e i campanelli d’allarme

Parliamo ora di prevenzione. Cosa vuol dire davvero? Vuol dire usare il dialogo per mantenere la distanza. Si tratta di creare barriere verbali che, se ignorate, ti fanno capire le vere intenzioni di chi hai davanti.

Questo punto è molto importante, quindi stampatelo bene in testa:

Ogni volta che una persona che tu non conosci ma anche se la conosci chiude la distanza e tu non vuoi che questa cosa venga fatta è un grandissimo campanello d’allarme.

Devi fare tutto il possibile per mantenere questa famosa distanza di sicurezza. Come? Usando tecniche di dialogo e difesa verbale. Parleremo di queste tecniche in un altro video, per non rendere questo troppo lungo.

Ricorda: la distanza giusta è due volte la lunghezza del tuo abbraccio. Non è una cosa che puoi allenare facilmente, ma c’è un esercizio che faccio con i miei allievi. Serve sia per prendere confidenza col contatto fisico che per imparare a valutare questa distanza a occhio.

Si chiama “esercizio della spinta”. Lo abbiamo già visto in un altro video, ma oggi lo vedremo in modo più dettagliato.

Esercizio pratico: la spinta

Ora ti mostro un esercizio semplice ma molto utile per allenare la distanza di sicurezza.

Mi metto in posizione neutra. Il mio compagno si avvicina e mi spinge. Nel momento in cui ricevo la spinta, devo assorbirla e, scivolando indietro, ricreare la distanza di sicurezza.

Esercizio pratico: la spinta

Voglio sottolineare che questo è un ESERCIZIO. So già che siete pronti con le manine che fremono per scrivere sulla tastiera e dire “ma le cose non vanno così in strada”, “ma di qua”, “ma di là”. Fermatevi! È un esercizio!

L’esercizio serve per imparare qualcosa noi cosa impariamo qui a gestire il contatto fisico a gestire una spinta che non mai ucciso nessuno e a creare ad occhio la distanza di sicurezza.

Serve solo ed esclusivamente a questo, non è una tecnica da applicare in strada. Quindi fermati, non scrivere quel commento!

Come si svolge l’esercizio

  1. Ci piazziamo in posizione neutra
  2. Arriva la spinta
  3. Assorbo la spinta
  4. Gestisco il movimento scivolando indietro
  5. Ricreo la distanza di sicurezza

Questo è un esercizio molto semplice che può essere fatto in tanti modi. Possiamo anche inserire dello stress per renderlo più realistico, ma ne parleremo un’altra volta.

L’esercizio ti insegna a:

  • Gestire la distanza
  • Prendere la distanza ad occhio
  • Abituarti al contatto fisico

Ti suggerisco di provarlo nella tua palestra o con chi ti sta allenando. La spinta può anche essere più vigorosa. In quel caso, non solo dovrai gestire la distanza, ma anche assorbire la forza della spinta.

È un ottimo modo per imparare a sentire il contatto fisico in un contesto sicuro e controllato.

Mettiti alla prova con questo esercizio sulla distanza di sicurezza. È un modo facile e sicuro per iniziare a capire quanto sia importante mantenere lo spazio giusto tra te e un possibile pericolo.

E se hai domandi o dubbi non esitare a scrivermi a eugenio@urbanbudo.it

Chi è Eugenio Credidio?

Eugenio Credidio

Eugenio Credidio

Pratico karate da quando avevo 7 anni e studio difesa personale da quando il Krav Maga non esisteva ancora.

Sono uno di quelli che ha il terrore di trovarsi in una situazione pericolosa, violenta e brutale come un’aggressione in strada.

Per questo ho iniziato a studiare ossessivamente la violenza: perché mi fa paura e volevo imparare a riconoscerla, prevenirla, evitarla e combatterla.

Da bambino e da ragazzo ho vissuto sulla mia pelle l’incubo del bullismo e so cosa significa aver paura, sentirsi insicuri, inermi.

Negli anni ho studiato e insegnato karate, ju jitsu tradizionale, close combat e KFM.

Nel 2012 ho ideato i metodo di difesa personale Donna Sicura® e Urban Budo®. Quest ultimo è stato riconosciuto dal CONI nel 2019.

Attualmente gestisco il Dojo Shin Sui di Alessandria.

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