Non tutti I tipi di stress sono uguali.
No, non è la pubblicità di un servizio di psicoterapia o di un corso per gestire lo stress. Parlo, come sempre, di difesa personale.
Perché ti dico che non tutti i tipi di stress sono uguali? Perché molte discipline dicono di lavorare sulla gestione dello stress, ma quando vedi cosa fanno, nel 90% dei casi si concentrano solo sullo stress fisico.
Ma in una vera situazione di pericolo, lo stress fisico è davvero l’ultima cosa che senti. Prima di tutto devi fare i conti con lo stress psicologico ed emotivo.
Lavorare solo sullo stress fisico, come accade spesso, vuol dire prendere solo un piccolo pezzo del grande puzzle che è la difesa personale.
Come gestire tutti i tipi di stress
Dobbiamo trovare dei metodi per allenarci a gestire anche lo stress emotivo e psicologico. C’è un metodo molto facile e semplice che mi è stato insegnato da Roberto Cereda quando lavoravo con lui sulla difesa personale femminile.
E’ la metodologia di allenamento a occhi chiusi, che non è quello che pensi tu.
Adoro questo metodo perché è un po’ come gli spaghetti nella difesa personale: lo puoi “condire” in modi diversi, ed è sempre efficace!
Non ci credi? Te lo mostrerò tra poco.
Mi presento: sono Eugenio, esperto di Urban Budo, una metodologia di ju jitsu moderno pensata per la difesa personale in contesto urbano. Nei prossimi minuti ti spiegherò come affrontare i diversi tipi di stress che puoi incontrare in una situazione di pericolo reale.
I tre tipi di stress da gestire in una situazione di pericolo
Ci sono questi tre fattori che vengono messi in campo quando dobbiamo difenderci uno è lo stress fisico ovvero la stanchezza che proviamo durante un’azione di reazione la difficoltà di muovere il corpo dovuto anche a magari al grande carico di adrenalina o la pesantezza magari nel sentire le braccia appunto pesanti.
Lo stress fisico
Quando ti trovi in una situazione di pericolo, il tuo corpo reagisce in modi che potresti non riconoscere. Lo stress fisico si manifesta in diversi modi:
- Senti una grande stanchezza durante la reazione
- Fai fatica a muovere il corpo a causa dell’adrenalina
- Le braccia ti sembrano pesanti
- Il cuore batte a mille
- Il fiato ti raschia la gola
Queste sensazioni sono normali. Il tuo corpo sta reagendo a una minaccia. Ma lo stress fisico non è l’unico che devi gestire.
Oltre lo stress fisico
Lo stress fisico ha un impatto anche sulla tua mente. Ma ci sono altri due tipi di stress che entrano in gioco in una situazione reale:
- Lo stress emotivo
- Lo stress psicologico
Quando ti trovi davanti a un pericolo vero, questi due fattori possono avere un impatto ancora più forte dello stress fisico. Possono farti sentire:
- Ansia
- Paura
- Disagio
- Tachicardia
- Mani fredde
In questo video ti mostrerò uno strumento pratico per allenarti a gestire tutti questi tipi di stress. Non basta prepararsi solo a quello fisico, come fanno molte discipline. Devi essere pronto a gestire anche quello emotivo e psicologico.
Nei prossimi minuti ti spiegherò una metodologia semplice ma efficace: l’allenamento a occhi chiusi. È un metodo versatile che puoi adattare a diverse situazioni, sempre con ottimi risultati.
La metodologia di allenamento a occhi chiusi: cosa non è
Ora che abbiamo capito i tipi di stress che entrano in gioco in una situazione di pericolo, voglio darti uno strumento utile per allenarti a gestirli tutti: l’esercizio a occhi chiusi.
L’esercizio di esercitazioni a occhi chiusi ci tengo subito a dirtelo non sono quelle cose che probabilmente ti immagini cioè non consistono nel lavorare tecnicamente a occhi chiusi uno contro l’altro e percepire sentire il mio avversario.
Sfatiamo un mito
Prima di spiegarti come funziona, voglio chiarire cosa NON è questo metodo. Non si tratta di quello che probabilmente stai pensando.
Non è:
- Lavorare tecnicamente a occhi chiusi con un partner
- Percepire o “sentire” il tuo avversario senza vederlo
- Una pratica mistica o esoterica
Queste pratiche vengono da un mondo più tradizionale. Non dico che siano sbagliate, ma nella difesa personale moderna hanno un ruolo molto limitato.
Quando le tecniche tradizionali a occhi chiusi possono servire
Le tecniche tradizionali di percezione senza vista possono essere utili solo in casi molto specifici:
- Situazioni di corpo a corpo
- Contatto molto stretto
- Quando la posizione non ti permette di vedere l’avversario
In questi casi, sentire e percepire l’altro può aiutarti. Sono situazioni più simili alla lotta che alla difesa personale di strada.
Cosa è davvero l’esercizio a occhi chiusi
L’esercizio a occhi chiusi che ti propongo è una metodologia che serve per:
- Aumentare il livello di stress durante l’allenamento
- Imparare a lavorare sotto stress indotto
- Prepararti a gestire l’ansia, la paura e il disagio di una situazione reale
Non si tratta di sviluppare sensi mistici, ma di allenare la tua mente a funzionare anche quando sei sotto pressione.
Per mostrarvi come funziona, ho chiesto aiuto al mio assistente Andrea. Nei prossimi minuti ti spiegherò passo dopo passo come mettere in pratica questo metodo semplice ma molto efficace.
Come funziona l’esercizio a occhi chiusi: la base
Ora ti spiego come funziona questo esercizio nella sua forma più semplice. Come per molte tecniche efficaci, la base è semplice ma potente.
Per iniziare, scegli una sequenza tecnica, una soluzione o una tecnica semplice. Puoi allenare questo metodo in tantissimi modi diversi. Come ti dicevo prima, è come gli spaghetti o, se preferisci, come la pizza: la base è sempre la stessa, ma puoi metterci sopra quello che ti pare. L’importante è che l’esercizio mantenga la sua struttura fondamentale.
La posizione di partenza
Chi lavora sta in posizione neutra a occhi chiusi la posizione neutra vuol dire gambe leggermente divaricate mani lungo I fianchi ok rilassato per quanto possa essere rilassato a occhi chiusi a questo punto io lo andrò a fare lavorare come? Nel momento in cui Andrea riceve un qualunque contatto fisico apre gli occhi e si rivolge a me.
L’esercizio funziona così:
- Chi si allena sta in “posizione neutra” con gli occhi chiusi
- La posizione neutra significa:
- Gambe leggermente divaricate
- Mani lungo i fianchi
- Corpo rilassato (per quanto possibile con gli occhi chiusi)
La reazione al contatto
Ecco cosa succede dopo:
- Nel momento in cui la persona riceve un qualunque contatto fisico, apre immediatamente gli occhi
- Si rivolge verso chi l’ha toccata, mettendosi in posizione di sicurezza o in guardia
- La posizione di sicurezza è con le mani aperte
- La posizione di guardia è con le mani chiuse
Per farti un esempio molto semplice: se vado da Andrea e gli tocco la spalla, lui aprirà subito gli occhi e si metterà in posizione di sicurezza.
Questo può essere un primo step molto semplice dell’esercizio. Ricorda che l’esercizio prevede qualunque tipo di contatto fisico. Quindi anche se andassi a fare un altro tipo di tocco, Andrea andrà subito a cercare il contatto, individuare chi l’ha toccato e mettersi in posizione di sicurezza.
Variante con le spinte
Questa è la base, l’ABC dell’esercizio. Una variante molto utile, specialmente per i principianti, è quella con le spinte:
- Il compagno sta fermo con gli occhi chiusi
- Deve ricevere una spinta da qualsiasi angolazione
- Appena sente la spinta, apre gli occhi e va subito in posizione di sicurezza
Posso spingerlo da qualunque angolo voglia, e lui deve reagire prontamente.
Segnale di fine esercizio
Un dettaglio importante: quando mi do la schiena, questo è il mio segnale per dire che l’esercizio è finito. A quel punto, la persona può tornare nella posizione iniziale e prepararsi per ripetere l’esercizio.
L’importanza della proattività
Un aspetto fondamentale che ho notato, soprattutto quando tengo corsi di difesa personale femminile, è che chi riceve la spinta deve essere proattivo. Non deve rimanere fermo “come un baccalà” quando riceve la spinta, pensando “oddio, che è successo?” e restando immobile.
Appena ricevi la spinta, devi subito essere pronto a reagire, a metterti in posizione e a rispondere. Questa proattività è essenziale, altrimenti sembriamo dei “babaci” (pupazzi immobili) e l’esercizio perde la sua efficacia.
Questo approccio semplice ma potente ti aiuta a sviluppare riflessi pronti e a gestire lo stress emotivo che deriva dall’incertezza e dalla sorpresa di un contatto inaspettato.
Varianti avanzate dell’esercizio a occhi chiusi
Ora che hai imparato la base dell’esercizio a occhi chiusi, è il momento di esplorare le varianti più avanzate. Queste versioni ti aiutano a gestire livelli di stress più elevati e a prepararti meglio per situazioni reali.
Aggiunta degli scudi
Una prima variante consiste nell’usare gli scudi. Se non hai mai lavorato con gli scudi, troverai un link in descrizione per approfondire.
Come funziona:
- Andrea sta in posizione neutra con gli occhi chiusi
- Quando riceve un contatto fisico, apre gli occhi
- Sa che deve proteggersi usando uno scudo
- Reagisce immediatamente al contatto
Sequenze di colpi
Possiamo rendere l’esercizio più complesso aggiungendo sequenze di colpi dopo il contatto iniziale.
Potremmo anche mettere delle sequenze di colpi oppure potrei chiedere al compagno di rispondere appena lo stimolo quindi io adesso andrò a spingere appena lui riesce un attimo a settarsi parte mi fa diretto diretto facile facile.
In pratica:
- Dopo la spinta iniziale, il compagno risponde con una sequenza di colpi
- Per esempio: spinta → diretto → diretto
- Oppure altre combinazioni più complesse
Applicazioni complete
Non dobbiamo limitarci a semplici colpi. Possiamo includere applicazioni complete delle tecniche che hai imparato. Questo rende l’esercizio ancora più realistico e utile per la difesa personale.
Variante con i guantoni
Un’altra opzione è sostituire i focus (i cuscinetti per assorbire i colpi) con i guantoni da boxe. Questo cambia la sensazione del contatto e aggiunge un ulteriore elemento di imprevedibilità.
Più compagni per aumentare lo stress
Purtroppo oggi siamo solo in due, ma una variante molto efficace prevede più compagni:
- Due persone hanno i focus
- Chi si allena sta in mezzo con gli occhi chiusi
- Non sa mai chi dei due lo spingerà
- Non sa da che parte arriverà il contatto
- Non sa con che intensità verrà toccato
Questo crea un livello di stress ancora più alto, perché aumenta l’imprevedibilità dell’esercizio.
Condizioni ambientali difficili
Per rendere l’allenamento ancora più sfidante, puoi:
- Fare l’esercizio a luci spente
- Allenarti all’aperto dopo che ha piovuto, su pavimentazione umida
- Cambiare l’ambiente per aggiungere difficoltà
Tutte queste varianti sono semplici da implementare ma aumentano moltissimo il livello di stress durante l’esercizio.
Consigli per chi fa l’aggressore
Un punto importante: chi fa l’aggressore deve comportarsi in modo appropriato. Non deve agevolare troppo il compagno che si allena. L’esercizio deve mantenere un certo livello di difficoltà per essere efficace.
Vale davvero la pena provarlo
Spesso chi vede questo esercizio da fuori pensa che sia una stupidata, che non serva a niente. Ma l’opinione cambia radicalmente quando lo si prova in prima persona.
Ti invito a sperimentare questo metodo. Potresti rimanere sorpreso da quanto sia efficace per prepararti a gestire lo stress in situazioni reali di pericolo. Non è un esercizio complicato, ma i benefici che offre sono enormi per la tua preparazione mentale e fisica.
Suggerimenti pratici
Prima di concludere voglio con te alcuni errori comuni che vedo spesso quando i miei allievi iniziano a fare questo esercizio. Uno dei più frequenti è quando facciamo l’esercizio di spinta e colpo.
Cosa succede? Spesso chi fa l’aggressore aspetta che il compagno metta lo scudo e solo dopo lo colpisce. Questo non va bene! Perché? Perché in questo modo lo agevoli troppo.
L’obiettivo è che il tuo compagno diventi bravo a reagire. Quindi, dopo la spinta, il colpo deve partire subito. Puoi farlo più piano o più lentamente se serve, ma non aspettare che sia “pronto”.
Nonostante possa sembrare semplice, ti assicuro che è un esercizio che mette molto stress e disagio. E può essere reso ancora più intenso con le varianti che ti ho mostrato.
Il mio suggerimento è di provarlo. Non è l’unico metodo per gestire lo stress emotivo e psicologico, ma è un ottimo punto di partenza.
Provatelo, iniziate a lavorarlo.
Puoi anche combinarlo con altri esercizi. Per esempio, potresti mischiarlo con l’esercizio di protezione estrema: dopo la spinta, fai la protezione estrema senza muoverti da lì. Se vuoi saperne di più sull’esercizio di protezione estrema, troverai il link nella descrizione del video.
Provalo e vedi come ti trovi. Per qualsiasi domanda o dubbio, non esitare a contattarmi. Puoi scrivermi a eugenio@urbanbudo.it
Buona pratica,
Eugenio